Notti nere affilate come asce
Tra risate e spruzzi d‘alcool
E notti stanche come vite da bagasce
E tacchi a spillo da blue night
Poche note al pianoforte
E camminare per New Orleans
Ed accendere i tramonti
Con lo zolfo dei cerini dentro jeans
Lo chiamavamo Jazz
E lune magre di profilo come falci
E contrabbando d‘ansiolitici
Le ringhiere d‘alluminio prese a calci
Se qualcuno suonava il sax.
Pochi amici e scarpe rotte
A passeggiare per New Orleans
aspettando dietro l‘angolo
con le canne di pistola sotto i jeans..
Ah! quella musica nel sangue
La chiamavamo jazz
Ah! che sottile delusione
confidarsi con le stelle
e ogni tanto ritirarsi
e tirapugni alle mascelle.
Ah quella musica nel sangue
e tatuaggi sopra il braccio
col sapore del gin-fizz
del barista con il ghiaccio;
e quanti piani in ascensore
capelli lunghi dal codino
gli spartiti nel taschino
per confondere il rumore;
Ah quel languore in fondo al cuore
che batteva a cento all‘ora
noi.. lo chiamavamo jazz. .