(G.Kuzminac - S.Contin)
Mi ricordo che allora non voleva studiare
Gli piaceva guardare fuori dalla finestra le nuvole passare.
Osservava per ore gli aeroplani di carta
disegnati a matita contro i raggi di sole, dentro il naso le dita.
Per il suo compleanno una giacca di pelle,
se ci sono le stelle la vuole indossare.
Ed accende il motore poi di colpo sparisce e non lo vedi arrivare,
fino a quando c‘e‘ luce per potersi orientare,
quella cosa che vedi ma non sai cosa sia
e‘ mio fratello che parte e non puo‘ farsi male
c‘e‘ del fumo in coda e poco dopo una scia lontano... lontano.
Mio fratello aviatore ha compiuto vent‘anni
ogni giorno e‘ un mistero
Ogni giorno e‘ diverso,
una volta si e‘ perso
per tornarsene a casa
ha inseguito gli uccelli
mentre il soffio del vento gli spettinava i capelli.
Ma una scheggia di piombo nel suo serbatoio
e guardando di sotto avvicinarsi la terra
ha conquistato lo spazio,
una buca perfetta lunga circa sei metri
ed ha capito la guerra.
Quella voce che senti ma non sai dove arriva
E‘ mio fratello aviatore che ti vuole parlare,
se per caso la senti quella voce lontana,
e‘ mio fratello che chiama dalla cima del Guadarrama .